ROMA – “La votazione del Parlamento europeo dei giorni scorsi è stata a mio avviso la più importante degli ultimi anni: non solo sostiene l’invio di armi all’Ucraina, ma riconosce il diritto all’autodifesa di Kiev dando il via libera all’uso di armi Nato in Russia. Pur essendo una risoluzione non vincolante, dimostra che il primo Parlamento al mondo ha le idee chiare sulla Russia”. Ne è convinto Carlo Corazza, direttore del Parlamento europeo in Italia.
L’occasione della sua riflessione è la prima giornata del Corso europeo per giovani giornalisti, content creator e operatori dell’informazione al via oggi nella sede romana dell’agenzia Dire, in collaborazione con il service audiotelevisivo TotalEu.
Corazza evidenzia che il Parlamento europeo, con le indicazioni di Kaja Kallas, Ursula Von der Leyen e Roberta Metsola, ossia tre donne molto decise nel sostenere l’invio di armi all’Ucraina, “già aveva dato un messaggio importante”. Ma acconsentire all’uso di “armi Nato su obiettivi militari russi riconosce agli ucraini il diritto di difendersi colpendo postazioni russe distanti dai tre ai dieci chilometri dal confine, da cui partono attacchi verso Kharkiv e così via”.
Quanto alla posizione italiana, secondo il direttore, “è oggettivamente confusa, dai Socialisti ai Popolari“. Corazza conclude, citando i capi di Stato di Russia e Cina: “Questa è una delle conseguenze della disinformazione promossa da Putin e Xi Jinping”.
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