martedì, 8 Ottobre , 24

Trump, il test covid mandato a Putin e le telefonate segrete: le rivelazioni

Dall'Italia e dal MondoTrump, il test covid mandato a Putin e le telefonate segrete: le rivelazioni

(Adnkronos) –
Donald Trump in aiuto di Vladimir Putin durante la pandemia di covid. I fatti risalgono al 2020, come ricostruisce Bob Woodward, firma di punta del Washington Post, nel suo nuovo libro ‘War’. Putin, alle prese con l’emergenza coronavirus, ha ricevuto il soccorso dell’allora presidente degli Stati Uniti. Trump ha inviato al leader del Cremlino forniture di test e tamponi a stretto uso personale. Un dono gradito, anche se scomodo. 

“Non voglio che tu lo dica a nessuno, la gente se la prenderebbe con te. Non con me”, avrebbe detto Putin al ‘collega’ accettando il regalo. Il legame tra il presidente russo e l’ex presidente degli Stati Uniti, secondo Woodward, è rimasto solido nel corso degli anni. All’inizio del 2024, Trump e Putin si sono sentiti in una telefonata privata: The Donald, dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, ha chiesto ad un collaboratore di lasciare la stanza e, una volta solo, ha telefonato. 

I dettagli della conversazione non sono noti. Secondo il collaboratore di Trump, anonima fonte citata dal giornalista, i colloqui con Putin sarebbero stati almeno 7 dal 2021, quando il mandato dell’ex presidente si è concluso. “Trump è stato il presidente più sconsiderato e impulsivo nella storia americana e sta dimostrando lo stesso carattere come candidato alla presidenza nel 2024”, scrive Woodward nel suo volume, con affermazioni a cui la campagna di Trump non ha replicato. 

Nel libro, l’autore si sofferma anche sulla posizione di Trump in relazione alla guerra tra Ucraina e Russia. Woodward fa riferimento all’opposizione dell’ex presidente all’invio di massicci aiuti a Kiev e evidenzia il peso di Trump nell’opposizione di un’ala del partito repubblicano al maxipacchetto da 61 miliardi autorizzato dal Congresso solo a maggio, dopo mesi di melina. Ad ammorbidire la posizione dell’ex presidente è stato lo speaker Mike Johnson. Trump si sarebbe convinto non per un genuino sostegno alla causa ucraina ma per valutazioni elettorali: aiutare almeno in parte Kiev porterà vantaggi nel voto del 5 novembre. 

 

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