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Siria, Assad vicino al collasso: jihadisti avanzano ancora, cade anche Suwayda

Dall'Italia e dal MondoSiria, Assad vicino al collasso: jihadisti avanzano ancora, cade anche Suwayda

(Adnkronos) –
Si allarga l’offensiva anti-governativa in Siria ed è sempre più vicino il collasso del regime di Assad. Il centro della città di Suwayda, nel sud del Paese, è infatti caduto in mano ai jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e delle fazioni alleate, riporta l’agenzia di stampa Anadolu citando proprie fonti sul campo. Suwayda dista cento chilometri da Damasco. 

Mentre i ribelli jihadisti, affiancati da fazioni filo-turche, continuano ad avanzare, i riflettori sono accesi anche su Daraa, nel sud del Paese, culla della rivolta del 2011. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il governo siriano ha perso il controllo della città e della maggior parte dell’omonima provincia. “Le fazioni locali hanno preso il controllo di altre aree nella provincia di Daraa, compresa la città di Daraa. Ora controllano più del 90% della provincia, mentre le forze del regime si sono progressivamente ritirate”, ha reso noto l’Osservatorio. 

L’esercito di Damasco aveva annunciato in precedenza il riposizionamento delle proprie truppe proprio nelle province di Daraa e di Suwayda. “Le nostre forze che operano a Daraa e a Suwayda si stanno ridistribuendo, riposizionando e stabilendo un perimetro di sicurezza dopo che elementi terroristici hanno attaccato posti di blocco isolati”, aveva affermato l’esercito in una nota rilanciata dai media statali siriani. 

Il comandante militare degli insorti Hassan Abdel Ghani ha cercato intanto di rassicurare le comunità religiose e le minoranze siriane mentre avanzano in tutto il Paese. “La messa in sicurezza dei villaggi e delle città del nostro popolo nelle aree appena liberate, in particolare quelle in cui vivono diverse sette religiose e minoranze, è diventata una realtà. Chiediamo che tutte le sette siano rassicurate e sostengano i movimenti dei rivoluzionari, perché l’era del settarismo e della tirannia è finita per sempre”, ha dichiarato Abdel Ghani in una dichiarazione su Telegram. 

Dall’Iran intanto arriva un nuovo segnale dell’indebolimento di Assad. In un’ulteriore indicazione di quello che appare come il prossimo collasso del regime di Damasco a causa dell’avanzata dei jihadisti, l’Iran ha iniziato infatti a evacuare il proprio personale e anche comandanti della Forza Quds dei Pasdaran dalla Siria. Lo rivela il New York Times, che cita fonti della regione e tre fonti iraniane, secondo cui i militari, funzionari diplomatici e le loro famiglie e altri civili iraniani vengono trasferiti nei vicini Libano e Iraq via terra o a Teheran in aereo. Le operazioni di evacuazione sono iniziate ieri mattina. 

L’Iran continuerà a sostenere il regime di Damasco “qualsiasi cosa gli serva” dinanzi all’avanzata degli insorti, ha detto intanto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che già nei giorni scorsi aveva dato la disponibilità a valutare un eventuale invio di truppe in Siria dinanzi a una richiesta del regime. “La Repubblica islamica dell’Iran ha sempre sostenuto la Siria e continuerà a farlo – ha assicurato il capo della diplomazia di Teheran, parlando da Baghdad – con tutta la sua forza, qualsiasi cosa le serva e che sia richiesta dal governo siriano”. 

L’offensiva “terroristica” degli insorti in Siria contro il regime di Bashar al Assad rappresenta “una minaccia” per tutto il Medio Oriente, ha affermato Araghchi. “La minaccia terroristica – ha avvertito – non si limiterà alla Siria e rappresenta una minaccia per tutti i Paesi vicini e l’insieme della regione. Il terrorismo non conosce frontiere”. 

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ulteriormente rafforzato la loro presenza sulle Alture del Golan, al confine con la Siria, alla luce dell’avanzata dei jihadisti. “Il rafforzamento delle truppe consentirà di aumentare le difese nella zona e di preparare le truppe per vari scenari”, ha spiegato l’esercito israeliano in una nota. 

Gli insorti siriani hanno preso il controllo di gran parte della zona di Daraa, nella Siria meridionale, vicino al confine con Israele. Ieri le Idf avevano annunciato l’invio di forze terresti e aeree nell’aria dicendosi ”pronte a qualsiasi scenario”. 

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