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Sia: Ecoschema 2 è un problema per il controllo della Xylella

AttualitàSia: Ecoschema 2 è un problema per il controllo della Xylella

Andrebbe prevista una deroga per non applicarlo alla lettera
Roma, 27 nov. (askanews) – “L’ecoschema 2 della Pac rappresenta un problema perché prevede l’inerbimento del suolo ed è assolutamente sconsigliato” nei territori colpiti dalla Xylella. Lo ha detto Michele Perniola, presidente della Società italiana di agronomia (Sia), che oggi è stato audito dalla Commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla presenza del patogeno Xylella fastidiosa nella regione Puglia, insieme a rappresentanti della Società di ortofrutticoltura italiana (Soi) e del Distretto agroalimentare di qualità jonico salentino (Dajs).
“Per il coltivatore vorrebbe dire essere fuori dalla Pac, ma bisogna indurre gli agricoltori a non entrare nell’Ecoschema 2 in modo assoluto. Serve una deroga in modo che gli agricoltori possano usufruire del premio ma non applicare l’Ecoschema alla lettera: va bene inerbire il terreno nel periodo invernale, ma a Sud a fine marzo l’oliveto va tenuto completamente pulito per contenere la presenza dell’insetto vettore. E quando dico pulito non intendo solo con la falciatura, ma con la completa distruzione delle erbe”.
Perniola ha sottolineato che “è vero che le patologie vanno comabttute colpendo l’agente principale ma è vero che la gestione agronomica è fondamentale: le tecniche di gestione del suolo sono fondamentali”, così come lo è utilizzare per il monitoraggio tutto ciò che l’agricoltura di precisione e il telerilevamento possono offrire. Ovvero “la precoce individuazione delle piante in sofferenza soprattutto negli uliveti pugliesi che sono in fase di ricostituzione, con la diagnosi precoce e la precoce soppressione delle piante malate. Tutti elementi basilari per un contenimento della malattia”.
Da ultimo, Perniola ha sottolineato l’importanza della selezione di varietà resistenti grazie alle nuove tecniche di genetica”.

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