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Rubio a Gerusalemme. Netanyahu: “Se tutti gli ostaggi non tornano si apriranno le porte dell’inferno”

Dall'Italia e dal MondoRubio a Gerusalemme. Netanyahu: “Se tutti gli ostaggi non tornano si apriranno le porte dell’inferno”

ROMA – Fronte comune per Usa e Israele. Lo ha ribadito Benjamin Netanyahu accogliendo il segretario di Stato Marco Rubio, alla sua prima visita ufficiale nella regione.

“A differenza di alcuni report, il presidente Trump e io lavoriamo in piena collaborazione e coordinamento. Abbiamo una strategia comune e non sempre è possibile condividerla con il pubblico, incluso quando si apriranno le porte dell’inferno. E si apriranno se tutti i nostri ostaggi non torneranno, fino all’ultimo di loro”, ha dichiarato il primo ministro. E Rubio ha confermato: “Trump ha chiaramente espresso la sua visione per Gaza: Hamas non può continuare a essere la forza dominante lì”. L’organizzazione “va eliminata”.

Una visione condivisa che si estende anche all’Iran, secondo i due “principale fonte di instabilità”: “Israele e America sono spalla a spalla nel contrastare la minaccia dell’Iran. Siamo d’accordo che agli ayatollah non deve essere permesso di avere armi nucleari. Siamo anche d’accordo che l’aggressione dell’Iran nella regione deve essere ritirata”. Rubio e Netanyahu hanno ribadito il loro impegno anche “per impedire che emerga qualsiasi minaccia nella Siria sudoccidentale”. Il viaggio di Rubio ha coinciso con l’invio da parte degli Usa di bombe pesanti in Israele. Il ministro della difesa israeliano, Katz, ha affermato che questo “rappresenta un bene significativo per l’aeronautica e l’Idf e serve come ulteriore prova della forte alleanza tra Israele e gli Stati Uniti”.

“Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato con l’inviato speciale Usa per il Medio Oriente Steve Witkoff e gli ha riferito che domani convocherà il gabinetto di sicurezza e politica per una discussione sulla fase due dell’accordo di tregua e rilascio degli ostaggi”. Lo rende noto l’ufficio del premier israeliano.
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