Da “rigorosamente protetti” a “protetti”, atteso sì da Consiglio Ue
Bruxelles, 25 set. (askanews) – A Bruxelles il Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue (Coreper) ha sostenuto a maggioranza qualificata, con due paesi contrari e quattro astenuti, una proposta che la Commissione europea aveva avanzato a dicembre scorso per modificare lo status di protezione dei lupi nella legislazione comunitaria, in modo da consentire più “flessibilità” alle autorità competenti nella gestione dei crescenti “conflitti con le attività umane” (in particolare l’allevamento) in certe regioni, dovuti all’aumento della popolazione di questi animali.La modifica mira a cambiare lo status del lupo nell’Ue da “rigorosamente protetto” (“strictly protected”) a “protetto”. Ciò significa che verrà consentita la caccia, sebbene strettamente regolamentata, quindi la cattura o l’uccisione dei lupi, ciò che lo stato di protezione “rigorosa” invece vieta, salvo in alcuni casi eccezionali.”Secondo la Commissione, l’adeguamento dello status di protezione sarà un passo importante per affrontare le sfide poste dall’aumento delle popolazioni di lupi, mantenendo l’obiettivo generale di raggiungere e mantenere uno stato di conservazione favorevole per la specie” ha dichiarato a Bruxelles Adalbert Jahnz, portavoce della Commissione.La proposta, che dovrebbe essere approvata dal Consiglio Ue del 26 settembre, chiede di adattare lo status di protezione del lupo ai sensi della Convenzione internazionale di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e dell’habitat naturale in Europa. La Convenzione, di cui l’Ue e i suoi Stati membri sono parti, era stata negoziata nel 1979, ed è alla base della direttiva europea “Habitats”.Critiche diverse Ong ambientaliste, che hanno accusato la Commissione di voler modificare tutta la legislazione Ue sulle specie protette. Anche il Wwf ha parlato di “una decisione gravissima che apre pericolosamente la porta agli abbattimenti del lupo in Europa e ignora l’appello di oltre 300 organizzazioni della società civile e di centinaia di migliaia di persone che hanno esortato i governi a seguire le raccomandazioni della scienza e a intensificare gli sforzi per favorire la coesistenza con i grandi carnivori attraverso misure preventive”.